Descrizione
• Rapida evoluzione della disciplina della medicina comportamentale e numerosi input provenienti da discipline affini, quali la psicologia, le neuroscienze, le scienze cognitive, la zooantropologia, eccetera, che ci hanno influenzato. • Maggior rispetto verso i pets e attenzione per il loro benessere anche con la risoluzione delle patologie comportamentali, con beneficio per tutta la famiglia e la società. • Le attività clinica e didattica in medicina comportamentale dal 1998 in poi svolte dal gruppo di studio SISCA (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale, di cui gli autori fanno parte) con una ricerca bibliografica continua hanno indotto gli autori a una riflessione sul modello di riferimento, che è quello psicopatologico presentato da Patrick Pageat nel suo libro del 1995: infatti, l’analisi dei dati estrapolati dalle visite comportamentali effettuate, con i successi e non del percorso terapeutico e riabilitativo prescelto, ci ha portato a rivisitazione e integrazione teorica di alcune patologie comportamentali dal punto di vista eziopatogenetico, diagnostico e a un’inevitabile modificazione del percorso terapeutico. L’ottica sistemica relazionale tra terapeuta e proprietari era già un elemento fondamentale nella riuscita dei casi comportamentali attraverso la ricerca dell’alleanza terapeutica, ma abbiamo inserito una componente cognitiva e relazionale predominante nell’intervento riabilitatore, accompagnato o meno da un apporto farmacologico e/o feromonale, abbandonando in modo risoluto le tecniche behavioriste. Con questo non reputiamo di detenere la nuova verità sulla medicina comportamentale, ma offriamo un modello (frutto di lunghi ma proficui dibattiti e confronti nel nostro interno); come scrive il fisico teorico Carlo Rovelli nel suo breve saggio Sette brevi lezioni di fisica, edito nel 2015 da Adelphi: …vent’anni fa la nebbia era fitta. Oggi esistono piste che hanno suscitato entusiasmo e ottimismo. Ne esistono più di una, quindi non si può dire che il problema sia risolto. La molteplicità genera dissensi, ma il dibattito è sano: fino a che la nebbia non sia sparita, è bene che esistano critica e opinioni opposte. • L’enorme attenzione e la passione che i proprietari hanno evidenziato nell’adozione di animali non convenzionali ci hanno spinto a inserire una parte sulla medicina comportamentale di pappagallo, coniglio e furetto, specie che maggiormente si affiancano ai tradizionali cane e gatto, con l’intento di portare nuove cognizioni nei medici veterinari che si occupano di cura e benessere di questi animali. • Le competenze acquisite da parte di Franco Fassola in ambito di counsellor hanno valorizzato il capitolo riguardante l’aspetto relazionale con il gruppo familiare durante la visita comportamentale e l’intervento riabilitatore in un ambito sistemico. • Convincimento profondo dell’importanza della cooperazione tra medico veterinario e altre figure professionali che si occupano di comportamento (particolarmente nel cane). In questi anni ci siamo arresi all’evidenza che spesso il nostro intervento riabilitatore è insufficiente o inefficace nella parte operativa, per mancanza di tempo e/o di competenza specifica. Diremo di più: siamo convinti che, anche davanti a un professionista con solide basi in medicina comportamentale e con competenze tecniche in ambito educativo e rieducativo, sia più proficua nei risultati una stretta sinergia tra due figure professionali complementari fra loro. È per questo motivo che la SISCA ha con caparbietà presentato all’interno dell’offerta formativa della SIACR-A (Scuola Italiana Attività Cognitivo-Relazionali Animale) un corso per istruttori riabilitatori, la cui mission sia quella di formare figure con competenze specifiche in grado di coadiuvare il medico veterinario esperto in comportamento (MVEC) nella risoluzione delle patologie comportamentali. Mentre stiamo andando in stampa, questa convinzione di cooperazione si esprime con il nostro intervento sulla definizione e sulle competenze nella standardizzazione in ambito europeo della figura di dog training professional, insieme non solo alle altre società culturali che si occupano di medicina comportamentale e alla FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani), ma anche ad alcune associazioni di educatori cinofili; MVEC dev’essere la figura che ha la competenza per diagnosticare una patologia comportamentale: attraverso l’indagine semeiologica e la visita clinica può dedurre, in primis, se siamo di fronte a un comportamento normale o patologico; in seguito, definire se l’eziopatogenesi di un comportamento patologico sia di origine psichica o di origine organica o esista una comorbilità di entrambe; può in seguito prescrivere la terapia biologica, ma insieme all’istruttore riabilitatore può trarre indicazioni delle risorse o delle difficoltà che presenta il gruppo familiare e impostare insieme un percorso riabilitativo. Speriamo che la lettura di questo testo aiuti a comprendere il modello che abbiamo definito cognitivo-relazionale, grazie alla letteratura scientifica che ha dato forza alle nostre intuizioni in ambito teorico e successivamente in applicazione terapeutica. Ci piace ricordare le parole scritte dal neuroscienziato Vilayanur Ramachandran nel suo libro L’uomo che credeva di essere morto, edito nel 2012 da Mondadori: …in questi casi ho lasciato all’intuizione o a ipotesi plausibili il compito di guidare il mio pensiero là dove difettavano solidi dati empirici. Non c’è niente di cui vergognarsi: ogni settore inesplorato dell’indagine scientifica dev’essere analizzato innanzitutto in questo modo. È un elemento fondamentale del procedimento scientifico che, quando i dati sono scarsi o approssimativi e le teorie esistenti sono asfittiche, gli scienziati suppliscano con le congetture. L’autore riprende un’affermazione del biologo Peter Medawar: la buona scienza emerge sempre da un’idea fantasiosa di quello che potrebbe essere vero, e chiude: questa mia dichiarazione di non responsabilità irriterà con tutta probabilità almeno alcuni dei miei colleghi, ma… ci sono persone che abbiamo il dovere di irritare!
Gli autori:
Raimondo Colangeli, Franco Fassola, Sabrina Giussani, Isabella Merola, Marzia Possenti