Descrizione
Più ancora degli air-bag e dell’ABS, a determinare la sicurezza della guida interviene “un oggetto” che pesa circa un chilo e mezzo ed è collocato tra le due orecchie del guidatore. Non si tratta di un optional. Il cervello del guidatore determina la condotta di guida, la scelta del veicolo, il suo uso e, in definitiva, anche la propensione agli incidenti. La sicurezza al volante è limitata da moltissimi fattori. Le sostanze stupefacenti, e in particolare l’alcol, alterano le capacità percettive, i tempi di reazione, facilitano un profondo discontrollo emotivo oltre che cognitivo. I normali processi di invecchiamento possono rendere il guidatore sempre più prudente, esperto e anche affidabile. Oltre un certo limite, però, si può varcare la soglia della pericolosità. Esiste una propensione agli incidenti? E che cosa si celerebbe dietro tale propensione? Casualità? Ricerca di morte? Impulsività? Deliberata violazione delle regole? Quali strumenti possiamo utilizzare per valutare l’idoneità alla guida in persone cui è stata ritirata la patente a seguito di gravi incidenti, di uso di sostanze stupefacenti o di gravi patologie organiche? Quali sono gli aspetti che permettono di attestare l’idoneità alla guida di autisti professionisti? Qual è il valore predittivo delle valutazioni? Problema rilevante, in quanto devono essere tutelati gli interessi della società e del singolo individuo. È possibile una prevenzione per ridurre l’alto tasso di incidenti nei giovani? Le risposte non sono certamente semplici e neppure univoche. La psicologia del traffico, però, non si limita solamente a questi aspetti: coinvolge anche risvolti ergonomici e normativi, legali e giuridici, assicurativi, terapeutici, riabilitativi ed educativi. Si tratta di una delle branche della psicologia applicata, già largamente diffusa all’estero, con maggiori prospettive di sviluppo in un prossimo futuro nel nostro Paese


Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.